In occasione della morte di una persona cara ci si trova a gestire la fase della Successione e, quindi, a valutare la scelta migliore per evitare possibili conseguenze economiche in presenza di debiti certi o presunti del defunto.
COME SI ACQUISTA LA QUALITÀ DI EREDE: L’ACCETTAZIONE.
Al momento della morte di una persona non si diventa automaticamente erede. I soggetti designati dal testamento o dalla legge come possibili eredi devono infatti accettare l’eredità. Fino a quel momento essi sono definiti “chiamati a succedere”.
Prima di procedere all’accettazione è necessario fare preliminari considerazioni circa le consistenze lasciate dal defunto poiché una volta accettata la scelta è definitiva e non può essere revocata. L’accettazione non richiede formalità speciali e può avvenire anche in modo tacito (art. 476 cod. civ.), ad esempio, gestendo beni che appartenevano al defunto.
SUCCESSIONE EREDITARIA: ATTRIBUZIONE AGLI EREDI
Alla morte di una persona, nell’ipotesi di accettazione di eredità, i suoi beni, crediti e debiti passano agli eredi, designati dal testamento (art. 587 cod. civ.) o dalla legge (art. 565 cod. civ.). I creditori possono quindi richiedere agli eredi il pagamento dei debiti, indipendentemente dal valore dei beni ereditati, poiché con l’accettazione dell’eredità, i beni dell’erede si fondono con quelli del defunto, permettendo ai creditori di quest’ultimo di sottoporre a pignoramento sia i beni ereditati che quelli personali dell’erede.
ATTRIBUZIONI EREDITARIE IN PRESENZA DI DEBITI
Gli eredi, oltre all’acquisizione dei crediti del defunto, possono essere chiamati a rispondere anche dei debiti del defunto.
I debiti ereditari sono obblighi economici non risolti al momento della morte di una persona, che si trasferiscono agli eredi. Questi includono a titolo esemplificativo ma non esaustivo le imposte, pagamenti di cartelle esattoriali, rate di mutuo non pagate, e spese condominiali. Alcuni debiti, per loro natura, non si trasferiscono agli eredi, come quelli legati a sanzioni personali, come multe o pene pecuniarie per reati commessi dal defunto.
E’dunque necessario prima di operare la scelta di accettare o rifiutare l’eredità effettuare un’attenta ricognizione dei beni ereditari per determinare l’ammontare esatto dei crediti/debiti ereditari.
LA TUTELA DAI DEBITI EREDITARI: ACCETTAZIONE CON BENEFICIO D’INVENTARIO O RINUNCIA.
Per proteggersi dai debiti ereditari, la legge offre la possibilità di accettare l’eredità con beneficio di inventario (art. 484 cod. civ.). Questa opzione mantiene separati i beni dell’erede da quelli del defunto fino al pagamento di tutti i debiti ereditari. L’accettazione con beneficio di inventario è un processo formale e unilaterale, che richiede la presenza di un pubblico ufficiale, come cancelliere del Tribunale o un Notaio. In tale ipotesi l’erede, ha l’obbligo di effettuare un inventario dei beni e diritti ereditari, che viene redatto secondo precise regole imposte.
Pertanto all’erede spetterà il residuo del patrimonio al netto dei debiti da pagarsi senza alcun rischio di vedersi aggredire i propri beni personali.
Qualora i debiti del defunto superano il valore dei beni è opportuno rinunciare all’eredità
Anche la rinuncia all’eredità (art. 519 cod. civ.) deve essere fatta con una dichiarazione ricevuta dal cancelliere del Tribunale o da un notaio.
Se un erede rinuncia, il diritto all’eredità passa ai suoi discendenti, come figli e nipoti, che possono a loro volta rinunciare.
Per quanto riguarda i minori, anche loro possono essere chiamati a succedere, ma la legge stabilisce che possono accettare l’eredità solo con beneficio di inventario. I genitori possono rinunciare all’eredità per conto dei minori previa autorizzazione del Giudice Tutelare.
COME SI RIPARTISCONO TRA GLI EREDI I DEBITI DEL DEFUNTO?
La distribuzione dei debiti ereditari tra gli eredi segue regole specifiche. Secondo l’art. 752 cod. civ., i debiti devono essere ripartiti in base alle quote di eredità di ciascun erede
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